Lo spartiacque arriva prima o poi. In un momento preciso della vita, cominci a chiederti perché non senti più il Natale come quando eri bambino. Fino ad un certo punto, si vuole credere a Babbo Natale, poi si scoprono i genitori a lasciare i regali vicino al letto o sotto l’albero e poi, via via, negli anni, quando diventi grande, e pezzi di famiglia ti lasciano, inizia l’età adulta e ti fai tante domande con tanti perché irrisolti. Le feste sono, così, un periodo di meditazione, riflessioni malinconiche, ricordi. E cerchi disperatamente un segno, un incantesimo natalizio. Questi riti sono “altro” rispetto al calendario liturgico. Sono tradizione. E se volessimo mettere sotto la lente di ingrandimento il rito di “Babbo Natale”, scopriremmo come la sua genesi sia alla fine paradossalmente radicata nella religione cristiana ed in San Nicola, diventato Santa Claus tra gli europei emigrati in America.
Le carols natalizie, i canti gospel, le pastorali, gli spirituals, mi hanno sempre addolcito, ed ogni tanto succede ancora. Come quando capti il suono di una pastorale in strada, da Santa Cecilia, 22 novembre, inizio delle festività natalizie a Taranto, o ascolti un disco, un coro in una chiesa.
Coro di Voci Bianche al Concerto dell’Orchestra e Coro del Paisiello di Taranto, nella Cattedrale di San Cataldo a Taranto, il 22 Dicembre 2013
Nella Cattedrale di San Cataldo, il 22 Dicembre 2013, il coro di voci bianche, con gli arrangiamenti di Massimiliano Conte, e l’accompagnamento dell’Orchestra e Coro Polifonico del Paisiello, mi hanno lasciato una scia romantica, un nodo in gola. Chissà perché, però succede, grazie a quel potere “musicoterapeutico” dell’ascolto quando sei in cerca di un segno.
Encomiabile il giro dell’apecar dei Cittadini Lavoratori Liberi e Pensanti, in queste ore nei quartieri più poveri di Taranto a consegnare giocattoli e doni ai bimbi delle famiglie più povere.
Intenerisce…
E torni a meditare su cosa voglia dire un regalo di Natale: nulla se non è condivisione di emozioni, sentimenti.
Pettole. Si friggono all’alba del 22 Novembre ed in tutte le vigilie e feste natalizie.
E baratteresti mille regali con mille momenti, sensazioni, situazioni, vita. Il regalo è la vita, è sorridere, è far sorridere un bambino. Ieri quel bambino eri tu. Ieri, ridevi, oggi cerchi di regalare un sorriso. Il segreto è tutto li. Nel raccogliere il testimone di una tradizione, e nel raccontarla. Nell’ascoltare una favola e nel narrarla. Nell’aiutare a creare un presepe o un albero di Natale…
nel farsi aiutare a farlo, sfogliando, di tanto in tanto, “Caro Gesù Bambino, quel Natale fatto in casa, il Natale dei tarantini”, di Nicola Caputo. A Natale, ad un certo punto, cambia la prospettiva….