Provo a fissare nella mente le sensazioni di un’esperienza teatrale itinerante, tra le ceneri nostalgiche di un vecchio bosco incendiato e la spiaggia, nel versante jonico occidentale, in rotte oniriche sui mari greci, a Chiatona, frazione di Massafra, in provincia di Taranto. “Dune, sentieri possibili”, di Clessidra Teatro e Teatro le Forche, in collaborazione con Reset, regia di Gianluigi Gherzi, ha proposto ai suoi spettatori cinque giornate di riflessione su bellezza, scarto, rifiuti, luoghi abbandonati maltrattati, potere salvifico, rigenerante, liberatorio, di radici e valori magnogreci antichi. Quando siamo arrivati, in via Amerigo Vespucci, l’8 agosto sera, siamo stati divisi in gruppi, nei dintorni di residenze teatrali di residenti, dove in questi giorni sono stati ospitati il Clessidra Lab e gli attori.
Hanno chiesto di non fumare e non scattare foto con gli smartphone. Io non fumo, però ho sofferto a non documentare ogni momento dei sentieri possibili e non ho completamente compreso il divieto. Qualcuno diceva “si, falle senza flash”, qualcun altro “non farle”, ed allora ho smesso :-).
Le guide illuminavano i quadri scenici viventi sui mari, con nomi greci antichi, ed i maltrattamenti di inquinamento ed insensibilità, subiti nel tempo. In un caso, è stato rievocato il viaggio di Pierpaolo Pasolini tra Reggio Calabria e Taranto. Ogni mare greco consegnava ad uno spettatore un bigliettino con sopra scritto il suo nome in greco antico ed alla fine tutti hanno esortato ad innalzare questa specie di messaggi nella bottiglia vicino ad una vecchia barca. Via mare, sono arrivati, nel finale, due camerieri, con un vassoio speciale ed un’ode, intitolata, “Arrivederci fratello mare”: Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti, arrivederci fratello mare, mi porto un po’ della tua ghiaia, un po’ del tuo sale azzurro, un po’ della tua infinità ed un pochino della tua luce e della tua felicità. Ci hai saputo dire molte cose sul tuo destino di mare, eccoci con un po’ di speranza, eccoci con un po’ di saggezza, e ce ne andiamo come siamo venuti, arrivederci fratello mare. I mari, esortavano gli spettatori a chiudere gli occhi, sentire la brezza, le onde, riappacificarsi con il mondo e la concentrazione era davvero difficile vicino ad uno stabilimento balneare in attività con musica italiana ad alto volume, involontario contrasto tra realtà e sogno, tra le dune. Ogni giorno, hanno finito tutti gli spettacoli tuffandosi tutti insieme e ritornando nel Mediterraneo, il mare sognato.